Premio Ciampi > L’altrarte
LaVentunesima edizione del Premio Ciampi L’altrarte dedicato alle arti visive a cura di Riccardo Bargellini in collaborazione con Alessandra Poggianti, è stato assegnato al disegnatore e performer Giuliano Nannipieri che nel 2020 ha realizzato illustrazioni parietali per la scuola primaria Gianni Rodari - Carlo Collodi di Livorno dove insegna, priva di cartelloni e immagini a causa dell’emergenza Covid, illustrando le sue filastrocche realizzate su suggerimento e scambio con le bambine e i bambini. L’opera parietale di Giuliano Nannipieri mostra quanto sia salutare rendere la scuola un luogo ospitale, poetico, creativo, stimolante, pieno di suggestioni.
Nato a Livorno nel 1964, Giuliano Nannipieri ha seguito studi filosofici e si è dedicato all’’insegnamento nella scuola elementare. La sua pratica artistica da sempre porta avanti un lavoro di ricerca al di fuori del mercato dell’arte e comunque fuori da tendenze, circuiti mediatici e dal sistema artistico generale. Questa attitudine lo ha portato a stringere una importante collaborazione con Luciano Inga Pin, figura di riferimento della Body Art internazionale.
ventesima edizione
ore 16.00 Villa Mimbelli - Sala degli Specchi
Venerdì 7 dicembre
Ore 17.00 Luogo Pio Arte Contemporanea - Museo della Città di Livorno
Piazza del Luogo Pio, Livorno. Ingresso libero
Presentazione del libro in presenza degli autori: Dora García e Cesare Pietroiusti "Ospiti di questo Museo. Dialogo aperto sull’arte contemporanea" (edizione Valigie Rosse) a cura di Riccardo Bargellini e Alessandra Poggianti. Consegna del Premio L’Altrarte 2018. “Los artistas de verdad no tienen dientes” di Dora García, lectio magistralis.
Ore 19.00 Carico Massimo
Via della Cinta Esterna, 48 Livorno. Ingresso libero
Inaugurazione della mostra “Ospiti di questo Museo”. Con Dora García e Cesare Pietroiusti, opening di “ll Museo all’Aria Aperta di Fausto delle Chiaie”.
Ore 21.30 “Simposio”, di Cesare Pietroiusti e Andrea Lanini con la collaborazione di Iacopo Seri.
Dora García e Cesare Pietroiusti sono i vincitori della XIX edizione del Premio Ciampi L’altrarte per la loro ricerca nei campi della marginalità, tesa a dare voce ad artisti che stanno fuori dai circuiti ufficiali dell’arte contemporanea. L’idea di inserire all’interno del Premio Ciampi Città di Livorno un riconoscimento dedicato all’arte – anziché solo alla musica d’autore – è nata nel 1999; quando si pensa a Piero Ciampi, difficilmente si pensa solo a un cantautore. Come lui stesso dice «il nostro pensiero è quello di un artista, una persona che incarna certi valori, un certo modo di essere prima ancora che un modo di fare arte».
Il nome di Piero Ciampi rimanda dunque ad una dimensione più ampia dell’arte rispetto alle singole canzoni da lui scritte e interpretate.
Decidemmo che per questo particolare riconoscimento non ci sarebbe stata una giuria vera e propria, ma sarebbero stati di volta in volta gli stessi artisti premiati a proporre una rosa di nomi da cui ogni anno attingere il vincitore. Come si può immaginare, neppure di questo abbiamo voluto fare una regola rigida: così ci sono stati anni in cui la catena si è spezzata o premi dettati dall’intelligenza creativa di singoli progetti, che sono entrati all’improvviso nella rete del Premio L’altrarte.
Si sono così succeduti artisti di molteplici discipline, in alcuni casi coppie o gruppi di artisti, ma tutti accomunati da una poetica ciampiana, ovvero indipendente, controculturale e multidisciplinare, proprio come il lavoro di Dora García e Cesare Pietroiusti.
Riccardo Bargellini
Il libro "Ospiti di questo Museo. Dialogo aperto sull’arte contemporanea" (edizione Valigie Rosse) è dedicato a Fausto Delle Chiaie. Non solo perché è un punto di unione tra Dora García e Cesare Pietroiusti, i due artisti coautori di questo volume che hanno acquistato la versione integrale del Museo all’Aria Aperta di Fausto; non tanto perché rappresenta l’idea di un’arte oltre i limiti imposti dal sistema, su cui entrambi focalizzano la loro ricerca; non perché colpisce e centra la mancanza di una idea di istituzionalità. Tanto meno perché è una figura centrale. Piuttosto, perché risponde all’appello di Dora García: «Evitare il centro».
Alessandra Poggianti